“On Tour” è la nuova rubrica di eBike.it che porta i suoi lettori alla scoperta delle bellezze del nostro Paese attraverso l’esperienza diretta dei propri collaboratori. Paesaggi mozzafiato, arte, cultura, sapori. Tutto ciò che si può scoprire pedalando in sella ad una eBike. Questa prima puntata è dedicata alla Valbelluna. Tre giorni di pedalate tra le Prealpi e le Dolomiti, da Feltre a Belluno fino alla cima del Nevegal passando per antichi borghi, castelli, laghi e birrerie. Allacciate il casco, riempite d’acqua la borraccia, controllate che la batteria della vostra eBike sia pienamente carica. Fatto tutto? Benissimo, partiamo!

(Leggi qui il resoconto del primo giorno di pedalata in Valbelluna alla scoperta del territorio feltrino)

Valbelluna day 2 map

La mappa della prima parte del viaggio da Feltre a Belluno

Tra ville e castelli

Lasciamo Feltre direzione Belluno. Per questo secondo giorno di pedalata in eBike ci manterremo sempre alla sinistra del fiume Piave percorrendo, finché possibile, la ciclabile immersa nella natura. Dimenticate il concetto di ciclabile a cui siete abituati pedalando in città: qua si tratta di una strada stretta e asfaltata che taglia i campi. Il giro previsto misura 50 km e ha un dislivello che sfiora i 1000 metri. Anche oggi si sale e si scende continuamente. Bastano poche pedalate per lasciare il centro di Feltre e il paesaggio cambia drasticamente. Sembra di essere da tutt’altra parte, in mezzo all’aperta campagna. Una salita non impegnativa ci porta nell’abitato di Zermen, prima di scendere giù alternando asfalto e terra battuta attraverso le frazioni di Nemeggio e Busche. Lì, attraversiamo il lago nato da uno sbarramento artificiale sul fiume Piave per l’alimentazione delle centrali idroelettriche di Quero e Pederobba. Passiamo sopra la diga, posizione ottima per scattare la prima foto di giornata.

Valbelluna Educational - Credits by AT Communication

A cavallo tra la sponda destra e sinistra del Piave, il Lago di Buche è stato un importante punto di passaggio tra Feltre e Belluno fin dall’antichità

Riprendiamo il viaggio lungo la Via Molin Novo, contraddistinta da tanto verde e poche macchine. Pedaliamo con l’odore dei tigli che riempie le nostre radici e, dopo una decina di km in sella, giungiamo al borgo di Lentiai. Pausa caffè dinnanzi alla chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta datata XVI secolo. Ci prendiamo qualche minuto per visitare l’interno della chiesa e rimanere stupiti della bellezza del soffitto in legno a cassettoni completamente dipinto da Cesare Vecellio, che altro non era se non il cugino del più famoso Tiziano. Si tratta dei venti episodi delle Storie della Madonna. Alzare lo sguardo merita, rimanere indifferenti è impossibile.

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Il monumentale soffitto ligneo della chiesa di Lentiai realizzato tra il 1577 e il 1579  da Cesare Vecellio

Dopo la sosta al Lentiai, rimontiamo in sella. Continuiamo ad alternare tratti in sterrato con asfalto e acciottolato. I parte percorriamo la strada imperiale romana Claudia Augusta Altinate, strategica arteria militare che conduceva ai confini settentrionali dell’impero romano partendo da Altinum, la Venezia romana. Essendo stata un’importante strada militare, lungo il tragitto era possibile scorgere torri e castelli per la difesa di questi luoghi. E uno di queste strutture difensive è proprio la prossima meta del nostro viaggio.

Un’atmosfera fiabesca: il Castello di Zumelle

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Il Castello di Zumelle domina la vallata e in tutta la zona circostante si respira un’atmosfera medievale

Finché non ci arrivi sotto, non ti accorgi della sua presenza. Ed era proprio questo lo scopo che i costruttori del Castello di Zumelle volevano raggiungere. Invisibile agli occhi del nemico, ma punto strategico importantissimo visto che dall’alto della sua torre è possibile scorgere tutta la vallata. Il Castello  si erge sulla cima di un colle a strapiombo sul corso del torrente Terche e Il primo nucleo risale probabilmente al I secolo d.C, quando i Romani stavano consolidando la loro influenza sulla Valbelluna. Il Castello di Zumelle ebbe un ruolo chiave per la storia della Valbelluna e del Veneto Settentrionale per tutto l’Alto Medioevo, quando fu coinvolto in sanguinose lotte feudali. È l’unico rimasto in piedi in questa zona che pullulava di fortificazioni, non fu infatti distrutto da Venezia nel momento in cui Feltre passò sotto il suo dominio. La Serenissima infatti, portando la pace, non riteneva necessario che questi luoghi pullulassero di fortificazioni militari.

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L’interno della “Casa Torre” con le stanze perfettamente ricostruite. La cucina, la camera da letto e la sala da pranzo dove oggi è possibile consumare una tipica cena medievale.

Ci arriviamo dopo un tratto di sterrato nel bosco abbastanza impegnativo che riusciamo ad affrontare senza problemi grazie all’eBike. Usciti dalla verzura, sembra di aver attraversato un passaggio spazio temporale a ritroso, dai giorni nostri fino al Medioevo. Il Castello di Zumelle è il meglio conservato di tutta la Valbelluna e, dopo l’ingente ristrutturazione operata fino agli anni 90 del secolo scorso, è oggi di proprietà del comune di Mel. Dal luglio 2014 è stato dato in gestione, tramite bando pubblico, all’Associazione toscana “Sestiere Castellare” , che si è aggiudicata la gara presentando un progetto dal titolo “Il Castello Rinasce”. E il Castello di Zumelle è rinato davvero, con una mostra permanente di oggetti medievali perfettamente ricostruiti. L’atmosfera al suo interno è incantevole. Per tutta la visita siamo accompagnati da musica medievale per calarsi ancora di più nel contesto. Andiamo alla scoperta delle arti e dei mestieri medievali, ci inoltriamo in una sala delle torture perfettamente ricostruita e infine, scaliamo la “casa torre”, dove è possibile capire come si svolgeva la vita al tempo. Al suo interno è stata allestita anche una tavola dove è possibile cenare su prenotazione. Dall’alto della torre la vista è mozzafiato su tutta la valle.

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Al Castello di Zumelle è possibile anche cenare e pernottare per “vivere una notte da principi e principesse”.

Il borgo di Mel e un pranzo immerso nel verde

Lasciamo il Castello di Zumelle per dirigerci a Mel, eletto uno dei borghi più belli d’Italia e oggi facente parte del comune di Borgo Valbelluna dopo la fusione con Lentiai e Trichiana. L’accoglienza e il turismo lento sono le principali direttrici della ripartenza dopo il Coronavirus. Accanto alla Claudia Augusta Altinate, sul territorio di Borgo Valbelluna esiste un altro percorso cicloturistico che fa parte della Venezia-Monaco. I percorsi sono tracciati, impossibile sbagliare strada. Ma gli amanti della bici possono anche andare alla scoperta di una rete di  strade dove il traffico automobilistico è praticamente inesistente. In tal senso, il comune valbellunese sta operando una nuova mappatura di 320 km di sentieri per andare alla scoperta delle meraviglie paesaggistiche della zona. Oltre ai viaggi in bici, in queste zone sta esplodendo anche il fenomeno del canyoning. E chissà che in futuro l’accoppiata eBike ed esplorazione delle splendide gole della zona non possa essere una prerogativa di Borgo Valbelluna.

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L’ingresso a Mel è quanto mai suggestivo costeggiando le antiche pura e attraversando la porta di accesso alla città fortificata

Dopo castelli e suggestivi borghi è il momento della pausa pranzo. Attraversiamo gli abitati di Pagogna e Farra e dopo una decina di km su strade asfaltate svoltiamo bruscamente a destra in mezzo ai vigneti. L’Agriturismo Casteldardo è il luogo deputata per ristorarci. Ricavato da un’antica casa colonica di fine 800, quest’oasi di pace immersa nel verde si trova alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi a ridosso del Passo San Boldo. Vi si accede attraversando un sentiero in mezzo ai vigneti, sosta perfetta per itinerari in eMtb e appena arriviamo rimaniamo attratti dall’amenità del luogo. Pranziamo sotto gli alberi, deliziati dalle specialità preparate dallo chef Mauro Cavalet di Belluno. I piatti forti sono il risotto con erbe spontanee raccolte nei dintorni dell’agriturismo e i cappelli del prete, pasta da gnocchi con ripieno di formaggi tipici della sua Trattoria Oasi a Limana, in provincia di Belluno. Da bere, una birra quanto mai originale prodotta con aggiunta di resina estratta dagli alberi abbattuti dalla Tempesta Vaia che ha sconvolto il Trivenento nell’ottobre 2018. Natura da mangiare e da bere oltre che da ammirare.

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Lo chef Mauro Cavalet della Trattoria Oasi cucina all’aria aperta il suo speciale risotto nel giardino dell’Agriturismo Casteldardo

Serve tutta la volontà di questo mondo per riprendere a pedalare abbandonando l’Agriturismo Casteldardo e l’ombra dei suoi alberi. Il giro riprende alla volta di Belluno. Passiamo da Trichiana, concludendo il giro dei tre comuni dalla cui fusione è nato Borgo Valbelluna. Attraversiamo in rapida successione il torrente Limana e Cicogna, due corsi minori del Piave. Sfioriamo Villa Buzzati dove nel 1906 nacque il famoso scrittore Dino Buzzati, orgogliosamente bellunese, e transitiamo da Ponte Vecchio dove inizia la salita per arrivare in centro a Belluno tenendoci alla destra i resti del castello. Qui termina il giro in eBike. Non resta che fare una doccia, idratarsi visto la giornata molto calda e andare alla scoperta delle bellezze della città.

Valbelluna day 2 map

La mappa della seconda parte del viaggio da Feltre a Belluno

 

 

 

 

 

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