Il dibattito intorno alla mobilità del futuro e alle regolamentazoni a cui sono soggette le eBike è di particolare attualità. Una questione molto frequente riguarda il vincolo normativo per cui la eBike può essere assistita dal motore elettrico fino a 25 km/h. Oltre questa velocità il motore non puo’ più supportare la pedalata. Sono almeno cinque le considerazioni che spingono verso la revisione della norma e l’applicazione di regole diverse rispetto all’attuale.
La prima: il ciclista abituale, quello che usa tutti i giorni una bici per andare a studiare o al lavoro, molto spesso viaggia ad una velocità superiore ai 25 km/h.
La seconda: le eBike sono delle super-bici con caratteristiche spesso superiori a quelle dei ciclomotori.
La terza: la transizione della mobilità verso il green deve essere aiutata.
La quarta: anche sopra ai 25 km/h dovrebbe essere possibile percorrere le ciclabili
La quinta: una bici che viaggia agevolmente sopra ai 25 km/h è più adatta per muoversi nel traffico.
Le regole a cui è sottoposta una eBike
Torniamo alla norma che esiste in Italia e in tutti i paesi dell’Unione Europea: una eBike è equiparata ad una bici in tutto e per tutto. Ma una eBike, per essere tale e per non diventare un ciclomotore, deve sottostare alle seguenti logiche:
– il motore viene attivato dalla pedalata. Non può essere attivato da una leva o da un pulsante.
– Se si smette di pedalare, il motore deve staccare. Non può continuare a spingere.
– Il motore ha una potenza massima di 250 Watt.
– Il motore assiste la pedalata fno al raggiungimento di 25 km/h massimo. Oltre questa velocità il motore deve ‘staccare’ e il ciclista può contare solo sulle sue gambe.
E’ questo ultimo vincolo normativo che appare, spesso, troppo limitante, troppo basso. Paradossalmente proprio chi è abituato a pedalare quotidianamente per fare casa ufficio e mette un po’ di ritmo nella pedalata non è molto incentivato a passare ad una eBike. E’ vero che quando il semaforo diventa verde il motore aiuta parecchio e si riesce a fare poca fatica. Ma arrivati a 25 km/h diventa molto difficile raggiungere andature superiori. Le eBike non sono fatte per ‘essere pedalate’. Sono poco filanti, pesanti, disperdono troppa energia, spesso hanno dei copertoni grossi.
Le High Speed Bike (HS Bike)
Biciclette a pedalata assistita che superino il limite dei 25 km/h esistono sotto il nome di S-Pedelec o HS-Bike (High Speed Bike). Esse sono però, per il codice della strada, considerate dei veri e propri ciclomotori e dunque necessitano di immatricolazione. Devono essere targate. Non possono essere utilizzate sulle piste ciclabili.
Il limite di velocità è certamente di impedimento alla potenziale e progressiva sostituzione dei mezzi a benzina da parte delle eBike nelle nostre città. Secondo uno studio tedesco, in 2/3 degli incidenti che coinvolgono le due ruote, l’automobilista è l’unico o il principale responsabile. Ogni HS-Bike che sostituisce un’auto rende le strade più sicure per i ciclisti e per i pedoni oltre che l’aria più pulita.
Markus Riese (Riese & Müller) lancia un appello per aumentare la velocità massima delle eBike
In Germania qualcosa si muove, e le HS-Bike sembrano reclamare sempre più spazio. Markus Riese, fondatore e CEO di Riese & Müller, è di questo avviso e si fa portatore dell’appello affinché anche le ebike potenziate possano circolare liberamente sulle piste ciclabili tedesche al netto del rispetto di un limite di velocità da concordare. Secondo Riese infatti, le HS-Bike hanno ormai raggiunto una tale evoluzione che, in termini di tecnologia, di meccanica e di sicurezza, sono più simili ai ciclomotori che alle biciclette classiche. Basti pensare che sono dotate di freni a disco idraulici con opzione ABS, luci dei freni, luci abbaglianti e luci di marcia, specchietto retrovisore, clacson, sospensione pneumatica, assistenza di emergenza. Hanno però un motore elettrico silenzioso e non inquinante, e, per questo, dovrebbero essere avvantaggiate rispetto ad un comune ciclomotore.
“La HS-Bike con una velocità massima di 45 km/h potrebbe essere un’alternativa interessante all’auto, soprattutto su percorsi fino a 30 km fuori dai centri urbani”, afferma Markus Riese “Molti pendolari prenderebbero in considerazione quest’opzione ma purtroppo, non è consentito utilizzare le HS-Bike sull’ottima rete di piste ciclabili della Germania neppure se si viaggia a bassa velocità”.
Riese ribadisce la necessità di un’apertura, con una regolamentazione dettagliata, piuttosto che di un divieto generalizzato all’utilizzo delle HS-Bike. “Le HS-bike permettono ai ciclisti di integrarsi nell’infrastruttura esistente meglio di quanto possano fare, per esempio, i ciclisti sportivi su bici da corsa” è il pensiero di Riese, gettando luce su una lacuna normativa evidente “A circa 35 km/h, sono troppo veloci per la pista ciclabile, ma troppo lente per inserirsi nel traffico automobilistico. Su una HS-Bike, i ciclisti hanno la possibilità di scegliere: pedalare comodamente sulla pista ciclabile o inserirsi nel flusso delle auto”.
La Supercharger2
In attesa che la situazione si sblocchi in Germania la Riese & Müller, casa di produzione di Darmastad, lancia la sua HS-Bike: la Supercharger2. Una ebike “più bella, più veloce e molto altro ancora” come si legge sul sito stesso ( www.r-m.de ), in grado di raggiungere fino a 45 km/h. Una eBike dalla grande autonomia grazie alla batteria completamente integrata con una capacità massima di 1.250 Wh e il motore Bosch Performance Line. Nella Supercharger 2, premiata come “Bike of the Year 2021” in Belgio, l’avanguardia tecnologica si fonda con un telaio pulito e sportivo. Reggisella e forcella ammortizzati completano il quadro per un comfort adeguato ai percorsi più lunghi che una HS-Bike è in grado di far percorrere al proprio utilizzatore.
Riese & Müller Supercharger 2 | Crediti Riese & Müller