Sarà di 600 milioni di euro lo stanziamento per la mobilità ciclistica previsto dal PNRR (Piano nazionale di rilancio e resilienza) presentato dal Governo Draghi nei giorni scorsi. Tale cifra servirà a realizzare nuove piste ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale. Nello specifico, 200 milioni saranno destinati alla costruzione di 570 km di ciclabili all’interno delle nostre città. Con i restanti 400 milioni invece, il governo intende realizzare 1.250 km di percorsi cicloturistici. Il 50% di queste risorse sarà destinato al Sud Italia.
Tanto o poco? Dipende dal punto di vista
Che i 600 milioni previsti siano tanti o pochi dipende dai punti di vista. Sicuramente la fetta dei 191 miliardi di euro che l’Italia ha previsto di destinare alla mobilità su due ruote è una delle maggiori se paragonata agli altri paesi dell’Unione Europea. Se analizziamo nel dettaglio le cifre però, ci accorgiamo che dei 31.4 miliardi previsti alla voce “infrastrutture per una mobilità sostenibile”, la cifra destinata alla realizzazione di nuove ciclabili sfiora appena il 2%. Si aggiunga poi che l’Italia ha ancora importanti passi da compiere sotto l’aspetto della mobilità ciclistica e punta a ridurre il “gap” (colmarlo del tutto sarà dura) con gli altri paesi limitrofi attraverso questo stanziamento.
Leggendo il PNRR, alla voce “Investimento 4.1: Rafforzamento mobilità ciclistica” è possibile leggere anche quanto i ciclisti in Italia siano aumentati in seguito alla pandemia di Covid-19. Si parla del 20% in più rispetto al 2019 con un indotto che ruota attorno alla bicicletta stimato in 7,6 miliardi di euro all’anno. Eppure gran parte dei soldi, più che alle strade, saranno destinati alle ferrovie.
Nuova rete ferroviaria, ma il “pendolare ciclista” non è favorito
L’accoppiata bici e treno è, in teoria, un’idea giusta per organizzare la propria giornata lavorativa o programmare l’uscita fuori porta. Ma sfogliando le pagine del PNRR si scopre come la maggior parte delle risorse siano state destinate all’alta velocità piuttosto che al trasporto regionale. In tal senso, il confronto è impari con i 940 milioni stanziati per le reti ferroviarie regionali che fanno da contraltare ai 13 miliardi previsti per l’alta velocità.
Anche stavolta, si compie certamente un passo avanti ma non con grande convinzione. Con la nuova rete ferroviaria (e i nuovi treni) sarà più facile compiere il viaggio di lavoro da nord a sud ma ci saranno miglioramenti risibili per quel lavoratore che vorrebbe percorrere il tragitto casa-lavoro sfruttando la bici e il treno lasciando la macchina dal garage. I lavoratori pendolari continueranno a preferire l’auto per gli spostamenti a corto e medio raggio usando la bici solo per le scampagnate nel weekend. I dati, al momento, lo certificano: solo il 6% degli italiani usa il treno a fronte di una media europea che sfiora l’8%. La “densità” di auto è di 663 ogni 1000 abitanti.
Elettrico e idrogeno, il piano per ridurre l’inquinamento
Altro punto affrontato dal PNRR riguarda la mobilità elettrica. Nel documento troviamo un capitolo intitolato “Recharge e Refuel” dove si legge che, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e dell’inquinamento fissati per il 2030, è “necessario dare un forte impulso alla mobilità sostenibile”. A tal fine, diventa necessario costruire infrastrutture adibite alla ricarica dei mezzi elettrici per puntare alla diffusione di tali mezzi di trasporto. Ad oggi, solamente lo 0,1% della popolazione italiana viaggia in elettrico. Per raggiungere gli obiettivi posti dall’Unione Europea, nel 2030 il parco circolante dovrebbe toccare quota 6 milioni di veicoli elettrici.
Secondo le stime effettuate, per coprire il fabbisogno energetico delle auto elettriche (non si parla di eBike, sig!) e dunque centrare questi obiettivi che, ad oggi, appaiono del tutto utopistici, occorrono oltre 3,4 milioni di infrastrutture di ricarica. La metà di esse, dovrebbero essere costruite entro il 2025 e circa 32.000 sarebbero punti di ricarica pubblici veloci e ultraveloc. Si parla anche di idrogeno, elemento misterioso in Italia, con il finanziamento per la costruzione di 40 stazioni di rifornimento. Un viaggio nel futuro, ma a piccoli passi.