La sentenza della quinta sezione civile del tribunale di Palermo parla chiaro. Le e-Bike con Walk Assist non sono ciclomotori.

La battaglia legale si è conclusa con la vittoria di alcuni proprietari di biciclette a pedalata assistita che grazie all’appoggio di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), insieme alle aziende produttrici e ai negozianti hanno messo un punto all’annosa questione. Il caso era scoppiato a causa di una lunga serie di multe e di sequestri ingiustificati sul territorio nazionale e in particolare nella città di Palermo.

L’imputato: il Walk Assist

Causa del dibattito è il “walk assist”, ovvero l’assistenza alla camminata che è possibile attivare su quasi tutti i tipi di biciclette elettriche. Si tratta di fare partire il motore dell’eBike manualmente per aiutare la spinta. Da attivarsi nel caso in cui, per esempio, il ciclista non può pedalare e deve invece, spingere il mezzo su una salita impervia. O per lunghi tratti in montagna. Un supporto utile anche quando la bicicletta è a pieno carico o quando la strada è troppo sconnessa per permettere una pedalata sicura.

Avvocato alla difesa: ANCMA

Il dispositivo sembra però aver creato non poche discussioni nel nostro bel Paese e sono fioccate multe a discapito degli ignari ciclisti che, a ragion veduta, si comportavano come se fossero in possesso di una classica bicicletta. L’assenza di casco, la sosta in rastrelliere sembra che non siano andate giù ai vigili urbani. Ma ci ha pensato ANCMA a far luce sulla questione.
“Questa episodica ed errata interpretazione ha prodotto multe per svariate centinaia di euro e sequestri (guida senza casco e mancanza di assicurazione) – ha dichiarato per mezzo di una nota questa mattina l’Associazione – colpendo soprattutto gli ignari utenti della strada e indirettamente anche le imprese costruttrici che hanno messo sul mercato le loro biciclette rispettando le norme europee e nazionali vigenti”.

Il mercato dell’e-Bike in Italia

In un mercato che, sempre di più, si apre in tutta Europa in direzione della bici elettrica, in Italia fino ad oggi si stava discutendo se l’e-Bike non fosse in realtà un ciclomotore.
Come conseguenza è stato indirettamente disincentivato l’utilizzo delle e-Bike in un contesto urbano.
Il mercato delle e-Bike in Italia si muove più lentamente rispetto ad altri paesi del continente europeo, come la Svizzera, ad esempio. In territorio elvetico è stato registrato, infatti, un vero e proprio boom nelle vendite della bicicletta a pedalata assistita.

“Oggi possiamo dire finalmente di avere ottenuto giustizia in un ambito della mobilità su due ruote in forte espansione che, con immutata fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine, richiede comunque attenzione per i fenomeni di illegalità legati alla manomissione dei motori elettrici per aumentare potenza e velocità”.

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