Qualche settimana fa, avevamo presentato il nuovo motore FSA System HM 1.0. Il sistema integrato è composto da un motore elettrico di assistenza collocato nel mozzo posteriore, un sensore di coppia integrato ed un sensore di velocità, un’unità batteria da 250 Wh, un’ulteriore batteria extra da 250 Wh, con un’unità di controllo integrata sulla bici e un’app per smartphone.

Davide Riva, OEM sales and Product Development di FSA, è il responsabile del progetto del nuovo motore. Un progetto nato e sviluppato in Italia che punta a rivoluzionare il mercato delle eRoad bike salvaguardandone la leggerezza e l’estetica. Andiamo alla scoperta della nascita e delle potenzialità di questo motor system di ultima generazione.

Riva, possiamo dire che il vostro nuovo motore è orgogliosamente italiano?

“Lo sviluppo del  System HM 1.0 è stato affidato alla divisione italiana FSA. L’input nei confronti del nostro board è arrivato da FSA Europe che ha deciso di affidare a me il compito di seguire il progetto direttamente dall’Italia. Le eBike hanno mercato prevalentemente in Europa. In Asia e America, al tempo, sentivano meno il prodotto. Allo stesso tempo FSA è una realtà globale in grado di garantire assistenza sui nostri prodotti ovunque presso i Service Center FSA

Usa il passato, significa che nel mentre è cambiato qualcosa?

“Le eBike stanno diventando una realtà globale sempre più rapidamente. Negli Stati Uniti, ad esempio, ultimamente si è registrata una vendita crescente di eMtb. L’ultima campagna pubblicitaria del marchio statunitense Cannondale ha preso come target le metropoli di tutto il mondo e non soltanto quelle europee dove le eBike già spopolano. La richiesta di bici a pedalata assistita è ormai globale e abbiamo deciso di muoverci anche noi”

Se posso permettermi, avete scelto un nome particolarmente tecnico. C’è una ragione specifica?

“Il System HM 1.0 è uno dei pochissimi prodotti della nostra gamma che non verrà pubblicizzato con un prezzo al pubblico. È un prodotto che si rivolge unicamente ai costruttori. Per questo, ci siamo concentrati su un nome più per addetti al settore preferendolo ad uno più accattivante indirizzato ai privati. D’ora in poi, ogni volta che FSA farà un motore lo chiamerà System. HM sta per hub motor (motore al mozzo, ndr) e 1.0 perché è il primo nato.

E vi occupate voi di raggiare le ruote con il motore al mozzo?

“In linea di massima sì! Per rendere più’ efficiente possibile l’adozione del nostro Drive System da parte dei produttori, FSA ha progettato quattro set di ruote differenti che incorporano l’FSA System: le Vision Metron 40 SL Disc, le Trimax 30 Disc, le Team 30 Disc e una ruota specifica per gravel denominata AGX. Ulteriori opzioni di ruote sono già in fase di sviluppo, il che garantirà un’offerta completa di ruote per uso su strada, gravel ed urban. Il costruttore di telai OEM può acquistare il motore ed il set completo in un pezzo unico, da un solo fornitore.”

Ha parlato di costruttori, quali eBike montano ad oggi il vostro nuovo hub motor?

“Sicuramente c’è De Rosa con un modello eRoad che utilizzerà il System nella sua essenza puntando sulla leggerezza e l’estetica. Un altro marchio è la bergamasca Ciöcc che sta costruendo un catalogo che ruota intorno all’elettrico comprensivo di bici da città leggerissime oltre che di eRoad. Ci sono altri 6 marchi europei molto importanti a cui stiamo consegnando i motore, due marchi del Regno Unito e un importante brand internazionale. Ma di più per adesso non dico”.

Parlava di leggerezza, una caratteristica che spesso cozza con il concetto di eBike. In tal senso, quali migliorie apporta il vostro System alle eRoad?

“Notevoli. Il nostro motore al mozzo permette di raggiungere degli obiettivi di peso e di estetica non raggiungibili con altri tipi. Abbiamo valutato le esigenze del mercato chiedendo direttamente ai costruttori. Con il System ci rivolgiamo alle eRoad e queste non possono prescindere da leggerezza e estetica. Sono le due caratteristiche che ogni acquirente richiede. Per questo, il nostro primo sforzo è stato quello di indirizzarci su un hub motor”.

E poi com’è proseguito lo sviluppo del System 1.0?

“Siamo andati a vedere cosa c’era già sul mercato per capire i limiti e fare un motore nuovo. Ci siamo accorti che dovevamo apportare migliorie notevoli. I motori ad oggi sul mercato non hanno abbastanza performance e sono carenti in termini di coppia nel momento del bisogno, in salita ad esempio. Per questo, abbiamo studiato una piattaforma semplice come funzionamento ma con un’erogazione di 42 Nm e con un bassa resistenza agli attriti quando si pedala sopra i 25 km/h.

Mi può far capire meglio?

Bisogna considerare che in modalità off oppure con sistema acceso ma che non erogazione potenza, il motor system genera delle resistenze, delle frizioni. Abbiamo concentrato i nostri sforzi in quella direzione: rendere il sistema libero da resistenze nel momento in cui il motore non lavora perché spento oppure perché “stacca” sopra i 25 km/h. Su una eRoad il motore non deve assolutamente modificare la dinamica della bici quando si pedala in pianura, dove è maggiore l’apporto delle nostre gambe. I test ci hanno dato ragione. Abbiamo fatto un confronto su rulli d’allenamento tra bici montate con il System 1.0, bici muscolari e bici con altri tipi di motori. Attraverso un misuratore di potenza alla pedivella abbiamo rilevato che, a motore spento, si registra una resistenza di soli 4 watt. Mentre l’effetto trascinamento, la frizione che si registra in numerosi altri drive system è ben superiore. Spesso tre o quattro volte maggiore.”

Quanto ha contato l’aspetto green nello sviluppo del vostro System HM 1.0?

“Tantissimo, basti pensare che non appena il motore si attiva entra in modalità green indicata da una luce di colore verde. Così facendo il motore è acceso solo per sfruttare le funzioni di app e ciclo-computer ma, di fatto, non dà nessun apporto alla pedalata. Basta però premere un tasto per passare alla modalità blu dove già il motore entra in funzione. Ci sono poi altri tre livelli: rosa, giallo e rosso. L’ultimo permette di arrivare alla massima erogazione di potenza, i 42 Nm di cui parlavamo prima”.

FSA System HM 1.0 - Credits by FSA

FSA System HM 1.0 – Credits by FSA

Dobbiamo tornare a parlare di peso e stavolta a proposito della batteria. È possibile combinare leggerezza e durata in un solo prodotto?

“I produttori di bici Road e Gravel sono terrorizzati dal peso delle bici e devo ammettere che quella di limitare il più possibile l’impatto della batteria sul peso e l’estetica è stata la sfida più difficile. La nostra batteria è composta da 20 celle e questo ci permette di avere una batteria da 250 Wh. Solo così riesce ad entrare nei telai senza snaturarli esteticamente mantenendoli armoniosi e aerodinamici. Non c’è bisogno di alcun supporto o slitte. Bastano solo tre viti che ti permettono di sorreggere la batteria dentro il tubo del telaio. Posizionato sulla bilancia, il System HM 1.0 pesa 3 kg e 980 grammi”. Ma soprattutto non impone revisioni strutturali al telaio. Spesso il peso delle eBike è dovuto non solo alle parti del motor system (motore, batteria, controller, sensori) ma anche alla necessità di ridisegnare telai capaci di contenere o di supportare pacchi batteria voluminosi e molto pesanti. Noi siamo riusciti ad evitarlo”

Avete previsto anche un estensione della batteria. Come impatta questa sul telaio?

“Quello di prevedere un range extender è risultato essere un passaggio necessario. Molti potenziali acquirenti di eBike nelle loro ricerche impostano come filtro delle batterie da 500 Wh. Le altre sono ritenute non sufficienti. Per questo, forniamo la possibilità di una batteria aggiuntiva di 250 Wh per raggiungere il limite richiesto da posizionare al posto della borraccia nel tubo sella. Si collega tramite uno spinotto e il sistema riconosce subito il range extender e fa due cose: dà la priorità a quest’utlimo, ossia consuma prima la batteria esterna, e fornisce le indicazioni di batteria residua basandosi sul totale. Il peso del range extender si attesta su 1.4 kg”.

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