Se per decenni politica e amministrazione urbana hanno orientato la pianificazione delle città e delle infrastrutture verso le automobili, adesso è giunto il momento di cambiare. È di questo avviso Claus Fleischer, CEO di Bosch eBike Systems, che auspica un importante e radicale svolta nel modo di concepire la mobilità.
“D’ora in poi dobbiamo pensare principalmente a ciclisti e pedoni nei nuovi concetti urbani” è il pensiero di Fleischer. “Con le sue piste ciclabili sconnesse e non protette, la Germania è in ritardo rispetto ai paesi vicini. Paesi Bassi e Danimarca hanno le giuste infrastrutture per godere a pieno delle possibilità offerte da biciclette normali ed eBike”.
Già da tempo secondo Fleischer, il governo federale avrebbe dovuto sostenere congiuntamente i comuni nell’attuazione di concetti di mobilità sostenibile e sicura. “La mancanza di budget difficilmente può essere una scusa di questi tempi” afferma il CEO di Bosch eBike Systems. “Il finanziamento che solo il Ministero federale dei trasporti vuole fornire entro il 2023 ammonta a quasi 1,5 miliardi di euro”.
Cresce la richiesta di bici, le infrastrutture non possono rimanere indietro
Questa esigenza di cambiamento nasce secondo Fleicher da un dato palese: le vendite di eBike in Germania stanno salendo alle stelle (qui il nostro approfondimento) . E non solo quelli della Germania: leggi qui i dati della Svizzera. Un sondaggio promosso dalla stessa Bosch eBike Systems certifica che più di un terzo delle persone in Germania che attualmente non pedalano tutti i giorni userebbe la bicicletta se ci fossero più piste ciclabili.
“Più persone usano la bicicletta, più evidenti diventano gli ostacoli” afferma Fleicher “La Germania non può prescindere dalla costruzione di infrastrutture a misura di bicicletta. Solo così potrà creare una vera e propria cultura ciclistica basata sulla libertà, la sicurezza, il comfort. Se l’obiettivo è la mobilità sostenibile, allora bisogna riconoscere la bicicletta come il mezzo di trasporto essenziale per cambiare il comportamento di mobilità delle persone “.
L’utilizzo e la richiesta di biciclette a pedalata assistita è salito in seguito alla pandemia di Covid-19 che ha modificato, forse per sempre, le nostre abitudini. “La bicicletta, elettrica o meno, è una risposta alle domande del nostro tempo”. È il chiaro pensiero di Fleicher “Con la pandemia il ciclismo ha acquisito maggiore importanza. Sulla bici puoi mantenere la distanza fisica, alleviare il traffico pubblico e allo stesso tempo fare esercizio fisico”.
Due ruote elettriche sono meglio di quattro
Sotto questo aspetto, la eBike si dimostra ancora una volta l’alternativa più valida all’automobile (ne abbiamo parlato anche qui). Ed è lo stesso CEO di Bosch eBike Systems a ribadirlo. “In tempi di avanzamento del cambiamento climatico, le eBike sono dieci volte più importanti delle auto elettriche per raggiungere l’obiettivo di avere città a emissioni zero. Un calcolo dell’Università di Oxford portato avanti dal ricercatore Christian Brand non fa che confermarlo: una cultura ciclistica è la chiave per città a emissioni zero”. E la eBike può essere considerata il mezzo giusto per concretizzare tutto ciò.
“La promozione della bicicletta non può fermarsi ai margini del bosco” afferma ancora Fleicher. Pensiero condivisibile visto che chi utilizza la bici, elettrica e no, nel tempo libero, spesso ne risulta un fruitore anche nella vita di tutti i giorni. Per questo, se la natura fa il suo corso e i biker possono trovare da soli le strade da percorrere nel bosco, una volta arrivati in città hanno bisogno di tutto il sostegno infrastrutturale possibile per districarsi nella giungla urbana.